La salute non si brevetta! Mobilitiamoci

La possibilità di uscire dalla crisi socio-sanitaria da COVID-19 è subordinata alla capacità degli stati di permettersi di pagare il costo imposto per i vaccini dalle case farmaceutiche. I paesi più ricchi (che rappresentano il 14% della popolazione globale) si sono garantiti già il 53% delle dosi di vaccini anti-COVID. Nei paesi più poveri 9 persone su 10 non riusciranno ad accedere al vaccino entro quest’anno.

Su 8,6 milioni di dosi complessivamente ordinate, 6 milioni sono per i Paesi ricchi, che rappresentano il 20% della popolazione globale. 55 paesi del mondo ad oggi non hanno ancora ricevuto nemmeno una fiala. Due mesi fa il WTO ha rigettato (per l’ottava volta) la richiesta inoltrata da Sud-Africa e India e sostenuta da tanti paesi (quasi tutti paesi in grave difficoltà economica e sociale) per sospendere i diritti sui vaccini anti-COVID, sostenendo che “i brevetti sarebbero importanti incentivi all’innovazione”.

Al contempo, Pfizer è già pronta ad aumentare il costo delle proprie dosi. Una decisione che mostra gli effetti deleteri della difesa a tutti i costi della proprietà sui diritti intellettuali, considerando che la lotta al COVID non si estinguerà con un ciclo di vaccinazioni e che potrebbero essere necessari richiami nonché nuove molecole per far fronte ad eventuali resistenze.

Di fronte alla più grande emergenza sanitaria della storia recente, ai tre milioni di morti a livello globale e alle sfide che ancora dovremmo affrontare, gli interessi delle case farmaceutiche non sono più tollerabili! La ricerca di base su cui si basano i profitti delle case farmaceutiche è finanziata in gran parte da fondi pubblici. Le stesse case farmaceutiche ricevono massicci finanziamenti statali a fondo perduto. Ma soprattutto, siamo convinti che la ricerca in ambito medico debba essere volta a tutelare la salute delle persone e non a generare profitti per le multinazionali.

Questo discorso vale per noi sempre, ma diviene imprescindibile quando sul piatto della bilancia, a fare da contrappeso ai profitti privati, c’è la salute e la sopravvivenza della popolazione mondiale.

Per questo motivo vogliamo mobilitarci, perché anche l’UE si schieri a favore della sospensione dei brevetti sui vaccini.

É una sfida del nostro tempo alla quale non possiamo più tirarci indietro.

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