Un anno fa, dalla piazza, la mia adesione a Chi si cura di te?

Un anno fa lavoravo facendo contact tracing. Sono scesa in piazza con colleghə e amicə per fare emergere lo scandalo di un concorso scritto con i piedi, che alimentava il precariato, le insicurezze e le ingiustizie nei confronti dellə professionistə della salute.

Venivo da un anno estenuante, alla ricerca di un lavoro e un posto in cui riconoscermi come figura medica in senso trasversale e in cui sentirmi utile, nel mezzo di una pandemia e otto traslochi.

Mi sentivo inutile e in dipartimento di prevenzione, comunicando con le persone ammalate di COVID-19 al telefono, palpando con mano il burn-out degli amministrativi, degli assistenti sanitari, dei medici igienisti, degli infermieri e degli specializzandi ho scoperto che il lavoro da fare era immenso, in continuo bisogno di modifiche organizzative e di supporto umano.

Le cose mutavano alla velocità della luce. Ero arrabbiata e sfiduciata perché dopo un infelice anno in specialità non sapevo nulla sul mio immediato futuro: le scelte sulla scuola di specialità sono state rimandate cinque volte, le scadenze sistematicamente rinviate, le aspettative continuamente disattese.

Un anno fa, ho scattato questa fotografia nella mia testa: la mia inconsapevole e spontanea adesione a Chi si cura di te?

Ho cominciato a dialogare e manifestare imparando, sensibilizzandomi e soprattutto condividendo esperienze circa l’importanza di affrontare i cambiamenti climatici in ambito medico, la violenza di genere sul posto di lavoro, la fragilità attuale del Servizio Sanitario Nazionale, l’inaccessibilità delle cure per alcune categorie di pazienti, l’impatto psichico e psicologico del COVID-19, l’urgenza di un’universale disponibilità vaccinale globale.

E, che cosa dire, sono complicata e sono felice.

Perché esiste una complessità intrinseca nelle crisi, nelle transizioni: va analizzata e trasformata, se possibile, in cambiamento. Io non ho idea di come evolverà questa storia, però allo stato attuale delle cose in questo pezzo di mondo so che non è scontato trovare affinità e umanità nelle persone, nellə colleghə e darsi forza per sciogliere i nodi. Non è scontato ed è fondamentale.

Alessandra Tolin

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