Siamo stati contattati da un gruppo di studenti di medicina che ci chiede di dare voce al loro pensiero sulla domanda del progress test di cui si è tanto discusso un paio di settimane fa. Direte che non sono rappresentativi, che sono solo un gruppo e che per questo non possono che essere solo una delle tante voci. Noi, peró, ci teniamo a dar spazio alla loro voce affinché il nostro lavoro sia anche l’apertura di discussioni e di riflessioni all’interno della categoria.
Il coordinamento#ChiSiCuraDiTe?
Domanda sull’omosessualità: perché, da studenti, non ci è piaciuta.
Un gruppo di studenti di medicina tra Pisa, Parma e Roma
Pochi giorni fa noi studenti di medicina abbiamo avuto a che fare con una domanda “particolare” che ha sollevato critiche e polemiche: ci veniva chiesto, nel test per la valutazione della formazione degli studenti di medicina, quale fosse la percentuale del “verificarsi dell’omosessualità nell’uomo”.
Questa domanda ha lasciato molti di noi parecchio perplessi… come si stima un dato così complesso? Di quali omosessuali parliamo? Solo uomini o anche donne? E i bisessuali? E i pansessuali? E le tante persone dichiarate etero che decidono di tenere nascosta la loro omosessualità o bisessualità o pansessualità? E se condo quale metodologia sono stati “stimati”? Teniamo conto delle difficoltà legate al coming out,che molti scelgono di condivedere con pochi questo aspetto della loro vita privata (per le pressioni sociali e culturali, le aspettative famigliari, i timori legati al rischio di discriminazioni e violenze).
Un dato quindi problematico, di cui sarebbe sicuramente interessante discutere; un dato offerto però agli studenti come una verità assoluta, senza nemmeno la fonte: in generale, preferiremmo un’università che ci educhi al dubbio e allo spirito critico.
Ma ancor di più ci chiediamo: l’inserimento di questa domanda nel test che connessione vuole suggerire con la patologia o la fisiologia? In altre parole come dovrebbe essere inteso l’orientamento sessuale ai fini della salute dell’essere umano?
Una delle ipotesi del “senso” della domanda stava nell’individuazione degli omosessuali come categoria a rischio per la trasmissione di HIV o altre malattie sessualmente trasmissibili. E se il senso fosse quello non possiamo che essere critici e preoccuparci:
È grave inanzitutto perché è tecnicamente errato, dal momento che confonderebbe palesemente i concetti di orientamento sessuale e pratica sessuale a rischio. Un errore tra l’altro ancora commesso dalle linee guida per la donazione del sangue in molti Paesi [1], ma non in Italia: dal 2001 la categoria MSM (men that have sex with men) è stata eliminata dalle categorie a rischio, e l’Italia sta dimostrando, dati alla mano, che abbiamo fatto bene. [2]
È grave anche perché suggerisce un’associazione pericolosa ovvero quella tra persone omosessuali e malattie sessualmente trasmissibili, rafforzando lo stigma che colpisce questa comunità da anni (vedi le prime “ipotesi” sullo scoppio della pandemia da HIV); stigma che è parte del sistema che produce le discriminazioni, violenze e oppressioni che le persone omosessuali subiscono quotidianamente, in maniera più o meno pesante a seconda del contesto sociale, ma in maniera innegabile.
In quest’ottica la questione trascende il solo piano medico e scientifico e diventa anche un problema di natura etica e politica. Dovremmo discutere il nostro ruolo in un sistema che produce disugualianze piuttosto che auto-assolverci e negare le nostre responsabilità. In questo caso sarebbe stato sufficiente riconoscere l’ambiguità e scorettezza di quel quesito.
Questo crediamo sia il nocciolo principale della critica mossa a questa domanda, a dispetto di quanti hanno capito altro (prima fra tutti Fedeli che dichiara “È francamente incredibile e a dir poco inaccettabile che l’omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie”: sarebbe da maligni pensare che gli autori del test siano fermi a prima del 15 dicembre 1973, quando l’omosessualità venne espunta dal DSM [3]).
Tuttavia, nonostante questa serie di punti critici dovrebbe essere facilmente intellegibile ad un aspirante medico, abbiamo notato, nelle aule e ancor più nei luoghi virtuali (che però costituiscono tanta parte della “socialità” fra studenti di medicina) un atteggiamento sinceramente preoccupante: una sostanziale “levata di scudi” a priori a difesa del punto di vista che arrivava dall’alto, in questo caso gli autori del test.
Ci sembra invece che uno dei doveri che come (futuri) operatori sanitari abbiamo (nei nostri confronti, nei confronti dei pazienti e degli altri operatori) sia capire e discutere, a maggior ragione quando sorgono delle critiche e delle polemiche. Capire e discutere è un passaggio fondamentale, un esercizio dialettico che ci educa al rigore intellettuale, alla ricerca delle evidenze, all’apertura mentale, all’empatia verso il prossimo: insomma, anche se certe critiche ci sembrano incomprensibili, accogliamole come un’utile occasione di confronto.
Vorremmo umilmente ricordare che la scienza è anti-dogmatica: la chiusura di chi si pone come detentore dell’unica e vera scienza sembra un dogmatismo religioso (magari di una nuova religione che chiameremo Burionesimo) che non può appartenerci [4].
Note
[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Men_who_have_sex_with_men_blood_donor_controversy#List_of_countries_with_their_stand_on_MSM_blood_donors
[2] Suligoi, Barbara, et al. “Changing blood donor screening criteria from permanent deferral for men who have sex with men to individual sexual risk assessment: no evidence of a significant impact on the human immunodeficiency virus epidemic in Italy.” Blood Transfusion 2013;11(3):441. http://www.bloodtransfusion.it/articolo.aspx?idart=002512&idriv=86
[3] American Psychiatric Association. Position Statement on Homosexuality and Civil Rights. American Journal of Psychiatry 1974;131(4):497 https://people.well.com/user/aquarius/apastatement.htm
[4] Biggeri A. A proposito di vaccinazioni, medici e radiazioni dall’Ordine. Epidemiologia e Prevenzione 2017;41(5-6);252-253 http://www.epiprev.it/attualit%C3%A0/epichange4-proposito-di-vaccinazioni-medici-e-radiazioni-dall%E2%80%99ordine