Stamattina studenti, abilitati, specializzandi, hanno partecipato ai presidi organizzati per lo sciopero del settore medico, al fianco di tutti gli altri professionisti sanitari per ribadire la necessità di un aumento dei finanziamenti delle Borse in Legge di Bilancio.
Dopo mesi di assemblee con centinaia di studenti, neoabilitati e specializzandi sulla questione dell’imbuto formativo nel settore medico, oggi è tempo di risposte.
Nelle scorse settimane abbiamo interrogato direttamente il governo sui finanziamenti destinati alle borse di specializzazione in Legge di Bilancio, in cui è previsto uno stanziamento destinato ad un aumento di sole 800 borse, a partire dal 2019 per i prossimi 5 anni.
Un finanziamento che, con voce unanime delle assemblee, abbiamo dovuto constatare essere minimo e insufficiente di fronte all’urgenza della crisi in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale e la formazione medica, la quale è ormai un vero e proprio percorso ad ostacoli per noi aspiranti medici, che ci troviamo ad affrontare una serie di imbuti nel nostro percorso accademico e post-lauream.
Di fronte alle interlocuzioni con il governo la nostra voce è stata unita nel chiedere uno stanziamento di maggiori risorse, al fine di raggiungere un aumento di almeno 3000 borse già a partire dal prossimo anno: se a livello di bilancio questo rappresenta uno sforzo minimo, sarebbe finalmente il segnale di un’inversione di tendenza e l’occasione per il nostro SSN di tornare a respirare, in vista di una programmazione di lungo periodo che vada a riempire le carenze in termini di organico strutturato, per rispondere ad una grave crisi di un settore strategico per il benessere della popolazione tutta del nostro paese.
Se le nostre richieste sono chiare, ad oggi le risposte del governo sono vaghe e parziali: non possiamo non osservare come su tutto il comparto sanitario non vi sia effettiva traccia dell’annunciata rivoluzione promessa. Chi di noi è già in specialità sa bene come le corsie delle nostre strutture soffrano il perdurare del blocco del turnover, obbligando noi giovani a sopperire lá dove manchino le assunzioni di specialisti: l’ennesimo ostacolo del nostro percorso che, troppo spesso, ci costringe ad anni di sfruttamento e precarietà di fronte ad un SSN che cade a pezzi.
Ieri notte, abbiamo chiuso simbolicamente gli ospedali con un nastro per denunciare la grave situazione in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale e per ribadire che: sulla salute non si scherza, senza le borse la sanità si ferma!
Chi si cura di te?
Link Coordinamento Universitario
L’ha ribloggato su sanchiricotodaye ha commentato:
grazie coraggiosi colleghi