Parliamo di fatti.
È un fatto che, a causa del continuo smantellamento del SSN (blocco del turn over, importanti imbuti formativi, limiti strutturali dovuti a disinvestimenti…) il paziente si trova a interfacciarsi sia nel privato convenzionato, ma sempre più anche nel pubblico, con il Camice Grigio.
Nel 2016, rendendoci conto di questa anomalia e condizione esistenziale che noi stessi vivevamo allora, e viviamo ancora oggi, coniammo il termine “camice grigio” (per rileggere l’articolo clicca qui) il cui intento non era uno sminuire la nostra professionalità, ma denunciare una condizione non dovuta a noi e dare una definizione a quello a cui nessuno sembrava interessarsi all’epoca. Non sottolineiamo questa cosa per un vanto, ma per spiegare che comprendiamo e analizziamo da tempo la situazione.
Ci serve fare questa premessa per chiarire la nostra posizione rispetto al parere, da noi richiesto, e fornitoci da AlterEgo (con cui siamo convenzionati per rileggere la convenzione clicca qui) sul DL-Calabria articolo 12 (Disposizioni in materia sanitaria e sui medici di medicina generale – link dl). Come potete leggere (clicca qui) il suggerimento, a causa dei possibili numerosi ricorsi, è quello di stralciare l’emendamento per evitare le disuguaglianze che si creerebbero tra borsisti e non borsisti.
Vogliamo garantire a tutti i colleghi una formazione secondo criteri ministeriali.
Vogliamo che il lavoro che tutti i colleghi camici grigi stanno svolgendo, coprendo buchi laddove nessuno sembra avere interesse a investire, venga riconosciuto.
Vogliamo sia tale a seguito di una formazione univocamente e legalmente individuata, secondo criteri ministeriali e senza creare medici di serie a e di serie b.
Ci rendiamo conto, quindi, che una sanatoria non è una soluzione, ma sarebbe un danno alla nostra formazione ed al diritto alla salute dei pazienti. Una discussione reale con proposte di qualità deve essere trovata senza ulteriori rimandi o scorciatoie a basso costo.
#ChiSiCuraDiTe?