Diritti e formazione: con Giancosimo Mancini al CNSU – Il nostro programma

Il 17, 18 e 19 maggio si svolgeranno le votazioni per il rinnovo dei rappresentanti in CNSU.Lз specializzandз di tutte le aree (biologia, psicologia, medicina, beni culturali, giurisprudenza, ecc…) eleggono un solo ed unico rappresentante. Per la prima volta le associazioni di aree di specializzazione diverse e singolз specializzandз sosterranno insieme un unico candidato: Giancosimo Mancini, specializzando al primo anno di Igiene e medicina preventiva all’università la Sapienza.
Il nostro programma non nasce da posizioni interne alle singole associazioni, ma da confronti pubblici e aperti sui temi principali che riguardano il nostro lavoro e la nostra formazione.

DIRITTI E FORMAZIONE

Partiamo da un concetto fondamentale: che si parli di specializzazione in medicina, in biologia, in giurisprudenza, in beni culturali (BBCC) o in psicologia, chi svolge un percorso di specializzazione riveste un ruolo cruciale per la società, sia in quanto soggetto in formazione sia come lavoratore. Rispetto dei diritti dellз lavoratorз e garanzie per una formazione della più alta qualità possibile sono, quindi, i pilastri fondamentali su cui vogliamo basare la nostra azione all’interno del CNSU.

Parte 1 – Reddito, diritti, rappresentanza

1. Se è lavoro va pagato e pagato il giusto: il tema del reddito in specializzazione

Unə medicə specializzandə percepisce, durante il suo percorso formativo una borsa di studio il cui importo, considerando le tasse universitarie e le spese che ogni medicə deve sostenere per svolgere la propria professione (ENPAM, OMCeO, assicurazione), riteniamo non sia proporzionato al lavoro che tutti i giorni svolgiamo a tempo pieno, superando quasi sempre non solo le 38 ore di lavoro settimanali previste da contratto, ma anche le 48 massime oltre le quali si parla di sfruttamento (direttiva Europea 2003/88/CE). Pensare che, per poter far fronte alle proprie necessità, lз medicз specializzandз debbano lavorare al di fuori del proprio orario formazione-lavoro non è, per noi, una soluzione valida.

Per quanto riguarda le specializzazioni non mediche non è previsto alcun compenso economico. Il titolo di specializzazione è, però, sempre richiesto per l’accesso al lavoro nel pubblico e, in molti casi, anche nel privato (in particolare per quanto riguarda i BBCC). Inoltre, le cospicue ore di tirocinio previste, sono vere e proprie attività lavorative che richiederebbero non solo un rimborso spese, ma anche una equa retribuzione. Ciò significa che solo chi può permettersi di lavorare anni come specializzandǝ senza ricevere una borsa potrà entrare a lavorare nel pubblico. Per tuttз lз altrз, la mancata possibilità di svolgere una specializzazione significa andare incontro ad una vita di precarietà. La specializzazione deve essere un diritto per tuttз, indipendentemente dal reddito familiare.

A ciò si aggiunge che la contribuzione universitaria (tasse) rappresenta un’uscita consistente per chi svolge una specializzazione, per di più in maniera disomogenea non solo da città a città, ma anche nella stessa città fra università diverse. Tale disparità non è assolutamente motivata da una diversa offerta di servizi che, per lз specializzandз, è sempre estremamente limitata. A tutto ciò si aggiunge una non uniformità relativamente all’applicazione della fasciazione ISEE, totalmente assente in molte università.

Infine, è necessario introdurre strumenti che permettano allз specializzandз di svolgere la propria formazione nelle varie sedi previste senza dover farsi carico delle spese per gli spostamenti.

Chiediamo quindi:

  • L’aumento dell’importo della borsa di specializzazione per lз medicз specializzandз;
  • L’introduzione di un compenso economico per tutte le specializzazioni che attualmente non percepiscono alcuna borsa;
  • Una riforma della contribuzione universitaria, in senso fortemente progressivo in base al reddito e uniformata nel territorio nazionale;
  • Rimborso-spese previsti obbligatoriamente per spostamenti all’interno della rete formativa;
  • Trasparenza riguardo l’utilizzo dei fondi della scuola, garanzia di rappresentanza dellз specializzandз negli organi di indirizzo della scuola ove avviene la gestione dei fondi.

2. Lavoratori senza diritti: il caso dei medici specializzandi

Lз medicз specializzandз svolgono un lavoro indispensabile per la tenuta dell’intero SSN, che non si distingue, nella quasi totalità dei casi, dal lavoro svolto dallз medicз strutturatз. Tuttavia, a differenza di questз ultimз, il contratto di formazione delle specializzazioni mediche non prevede alcuna tutela né in termini del rispetto dell’orario di lavoro, né di accesso servizi per lз dipendenti, né per quanto riguarda il riconoscimento di straordinari o indennità. 

Da anni sosteniamo, e continueremo a sostenere attraverso la rappresentanza in CNSU, la necessità di una riforma dell’inquadramento delle specializzazioni in medicina, superando la dicotomia “studente-specializzando” e passando ad un rapporto di dipendenza all’interno del Contratto Collettivo Nazionale della dirigenza medica con progressiva introduzione nel lavoro nel SSN.

Chiediamo quindi: 

La riforma dell’inquadramento della specializzazione medica, attraverso l’inserimento Contratto Collettivo Nazionale della Formazione Medica (clicca qui per approfondire) che preveda:

  • rigido controllo informatizzato sull’orario di lavoro in tutte le Università e  in rete formativa;
  • recupero ore previsto chiaramente nel contratto di formazione;
  • rispetto della normativa come da CCN (contratto collettivo nazionale) per la malattia, la durata, le tutele;
  • rispetto della normativa, come da CCN sulle ferie e sul recupero ore;
  • tutela della genitorialità intesa sia come maternità che paternità, tutela dell’accesso agli asili per specializzandi e specializzande;
  • possibilità di usufruire di periodi di aspettativa dietro valida motivazione;
  • riordino dell’assetto previdenziale dellз specializzandз di area medica (ad oggi soggetto a versamento di “quota A” ENPAM e di “gestione separata” INPS). 

3. Rappresentanza

Il rispetto dei nostri diritti passa anche attraverso una rappresentanza efficace e indipendente. Riteniamo che l’attuale sistema di rappresentanza per le scuole di specializzazione non rispetti tali criteri.

  • Organi di ateneo: Nella maggior parte dei casi, gli organi centrali degli atenei non prevedono un seggio dedicato alle specializzazioni. Chiediamo, quindi, la presenza di una rappresentanza degli specializzandi negli organi centrali degli atenei IN AGGIUNTA a quella studentesca;
  • CNSU: attualmente è previsto un solo ed unico rappresentante per tutte le scuole di specializzazione (mediche e non mediche). Crediamo che, considerata l’estrema diversità di condizioni di formazione e di lavoro nonché di esigenze fra le diverse aree, sia NECESSARIO un aumento del numero di rappresentanti delle scuole di specializzazione diversificati in base all’area di appartenenza (almeno un rappresentante per area medica, almeno un per area dei BBCC, almeno uno per le scuole di psicologia, ecc…);
  • Osservatori regionali e nazionali per la formazione medica specialistica: attualmente la componente di rappresentanza dellз specializzandз in Osservatorio Nazionale e in quadi tutti gli Osservatori Regionali non viene eletta, ma nominata dagli stessi professori presenti negli Osservatori. Ciò è INACCETTABILE e compromette inevitabilmente l’indipendenza e l’efficacia degli Osservatori stessi. Chiediamo quindi l’eleggibilità della rappresentanza dellз specializzandз all’interno di tutti gli Osservatori regionali e dell’Osservatorio Nazionale.
  • Rappresentanza sindacale: il passaggio ad un inquadramento di dipendenza permetterebbe anche di ricondurre il Contratto Collettivo Nazionale della Formazione Specialistica (CCNFS) all’interno della contrattazione sindacale, in capo all’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), che diventerebbe la sede preposta per i sindacati di categoria di confronto con il Governo.

4. Formazione e didattica

  • Specializzazioni mediche

Didattica frontale carente, programmi e modalità d’esame variabili da corso a corso, obiettivi formativi non chiari o rispettati. Questa è la realtà con cui noi medicз specializzandз abbiamo a che fare quotidianamente, col rischio di specializzarci senza aver mai svolto la formazione prevista. Crediamo, invece, che la formazione, sia teorica che pratica, non possa dipendere dalla scuola dove si svolge la specializzazione. Lə specialista deve poter raggiungere gli stessi livelli di conoscenza in qualsiasi università consegua la specializzazione. Inoltre, nell’ambito della riforma del contratto che proponiamo, lo svolgimento delle attività pratiche, e la relativa certificazione, deve essere volto all’acquisizione di autonomia ai fini di poter svolgere tali attività in autonomia in forma retribuita secondo CCN.Per questo chiediamo:

  • Programmi di lezioni uniformi a livello nazionale e aggiornati annualmente secondo le nuove acquisizioni della pratica medica;
  • Obbligo di svolgere le lezioni con collegamenti online e con registrazione per favorire la frequenza dellə specializzandə in rete formativa o in turno;
  • Stretto controllo della progressiva acquisizione di competenze secondo gli obiettivi formativi minimi previsti a livello ministeriale;
  • Rispetto del rapporto specializzandз/tutor (che dovrebbe essere di 3:1);
  • Introduzione del libretto elettronico in tutte le scuole, con la finalità di tracciare efficacemente le attività svolte in relazione agli obiettivi formativi;
  • Finanziamenti per partecipazione a corsi di formazione (ALS, corsi di ecografia, ecc…);
  • Più chiare e dirette procedure di segnalazione di mancato rispetto dei programmi, dei percorsi formativi e, in generale, di qualsiasi irregolarità e abuso (ad es. potenziando il sistema di whistleblowing);
  • Partecipazione dellə specializzandə nella definizione dei programmi di lezioni e delle rotazioni;
  • Formazione sui diritti e sui doveri dellз specializzandз;
  • Formazione specifica su medicina di genere e salute LGBTQIAP+

5. Reti formative e rotazioni

Da anni chiediamo, ed abbiamo in parte ottenuto, il potenziamento delle reti formative, con un forte allargamento alle strutture del territorio. Tale ampliamento si rende ancora più urgente dato l’aumento delle borse di specializzazione. 

Per questo chiediamo:

  • Allargamento delle reti formative e attivazione delle strutture in rete non ancora utilizzate, nel rispetto dei criteri di accreditamento;
  • Agevolazioni per gli spostamenti e, ove necessari, i soggiorni in sedi formative lontane dal domicilio (studentati e rimborsi spese per gli spostamenti);
  • Rotazioni in rete formativa previste chiaramente da percorso formativo per tuttз lз specializzandз, (le rotazioni non possono essere a discrezione dei direttori di scuola);
  • Trasparenza della rete formativa di ciascuna scuola che deve essere pubblica ed accessibile in qualsiasi momento da prima del concorso di accesso alle borse di formazione.

6. Specializzazioni di area non medica

La criticità principale è data dall’impostazione dell’università e del ministero che, de facto, le assimila alle già presenti magistrali, creando, così, dei programmi che ricalcano e ripetono quelli già svolti durante i corsi di laurea.

Chiediamo quindi:
Revisione dell’offerta didattica, che sia maggiormente legata al ministero di afferenza, per garantire un taglio meno legato a prospettive di ricerca universitaria e più mirato al reale ruolo per il quale la specializzazione dovrebbe garantire una formazione.
Riorganizzazione dei piani di studio, privilegiando attività laboratoriali e seminariali, così come l’inserimento di corsi fondamentali per consentire allə specializzandə di operare nel settore al meglio delle proprie possibilità. I corsi di specializzazione dovrebbero formare cittadinз formatз e prontз a svolgere mansioni critiche per le comunità che attraversano, e in quanto tali meritano un investimento da parte dei Ministeri.
– Individuare strumenti utili a mettere in comunicazione tra loro specializzandə di territori diversi e di discipline diverse, così da perseguire l’obiettivo dell’interdisciplinarietà essenziale per la tenuta e la crescita del settore per il quale ci si specializza;
– Creare spazi di studio e di confronto, istituzionali e non, per specializzandə, che pongano le basi per una crescita collettiva e informata del settore, costruendo finalmente un binario alternativo, e non sostitutivo o compensativo, al dottorato di ricerca.

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1 commento su “Diritti e formazione: con Giancosimo Mancini al CNSU – Il nostro programma”

  1. Gran bel lavoro, condivido tutto. Grazie mille. Aggiungo che dovrebbe essere aggiunto un serio organo di controllo sulle attività svolte quotidianamente dagli specializzandi d’area medica, troppo spesso (come giustamente ricordate) chiamati a svolgere un’attività che, benché ciò sia proibito, è nei fatti sostitutiva rispetto a quella degli strutturati, anche a dispetto di una formazione non ancora completa.

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