A partire dal 7 ottobre, fra gli altri orrori, sono uscite inchieste o testimonianze di una sospetta ulteriore atrocità da parte dello Stato di Israele ai danni delle persone palestinesi: il prelievo di organi dai corpi palestinesi senza consenso e in alcuni casi dopo deliberato omicidio.
Abbiamo cercato di raccogliere informazioni al riguardo e in calce sono riportate le fonti.
Ricordiamo intanto che la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, che Israele non ha ratificato, prevede che i combattenti rispettino la dignità dei morti, impedendo tra l’altro la spoliazione, la mutilazione o qualsiasi trattamento irrispettoso dei loro corpi.
La questione del furto di organi da parte di Israele sui Palestinesi è discussa da decenni.
Nel suo libro Over Their Dead Bodies, la dottoressa israeliana Meira Weiss ha affermato che tra il 1996 e il 2002 sono stati prelevati organi da palestinesi morti, utilizzati per la ricerca medica nelle università israeliane e trapiantati nei corpi di pazienti israeliani.
Una controversa inchiesta televisiva israeliana del 2014 includeva le confessioni di alti funzionari secondo cui la pelle veniva prelevata dai corpi di palestinesi e lavoratori africani morti.
Lo stesso direttore della Banca israeliana della pelle (INSB fondata nel 1986 in collaborazione con l’IDF, l’esercito israeliano) ha rivelato che la riserva di “pelle umana” del Paese raggiunge i 17 metri quadrati, un numero enorme rispetto alla popolazione israeliana (considerando anche la bassa adesione della popolazione alla donazione). L’intento sarebbe proprio quello di creare una banca a disposizione principalmente per le ferite da ustione dei soldati.
Secondo un’inchiesta del 2008 della rete americana CNN, Israele sarebbe il più grande centro del commercio illegale di organi umani a livello mondiale.
Nel dicembre 2009, Nancy Scheper-Hughes, docente di antropologia presso l’Università della California a Berkeley e fondatrice di una newsletter, “Organs Watch“, pubblica la registrazione di un’intervista che aveva condotto nel 2000 con Yehuda Hiss, il direttore dell’Istituto di medicina legale israeliano L. Greenberg (noto colloquialmente come Istituto forense “Abu Kabir”). Nell’intervista, apparsa sulla televisione israeliana Channel 2, Hiss ha dichiarato di aver prelevato organi negli anni Novanta. “Abbiamo iniziato a prelevare cornee…. Qualsiasi cosa venisse fatta era altamente informale. Non è stato chiesto alcun permesso alla famiglia“.
Hiss è stato licenziato dal suo incarico di direttore dell’istituto forense nel 2004 per “ripetuti scandali su parti del corpo”. Hiss è stato poi reintegrato ed è rimasto a capo dell’istituto fino a quando non è andato in pensione nell’ottobre 2012 dopo le accuse di procedure scorrette all’interno dell’istituto.
In risposta, i funzionari israeliani si sono limitati ad escludere un diverso trattamento per i corpi palestinesi o israeliani e a giustificarsi con il licenziamento di Hiss senza prendere veramente le distanze da quanto emerso né permettere una investigazione internazionale.
Inoltre, in un’intervista ad Al Jazeera, Scheper-Hughes ha dichiarato che il prelievo di organi è avvenuto con la “sanzione e l’approvazione” dell’establishment militare e che “le parti del corpo sono state utilizzate dagli ospedali a scopo di trapianto (in particolare trapianti di cornea)”.
L’ammissione da parte dell’ex capo dell’istituto forense di Israele, ha fatto seguito a una polemica scatenata da un giornale svedese, l’Aftonbladet, secondo cui Israele uccideva i palestinesi per utilizzarne gli organi – un’accusa che Israele ha negato e definito “antisemita”.
La stessa linea difensiva dell’antisemitismo è stata adottata nel 2015 sempre dallo Stato di Israele di fronte a un’accusa di furto di organi sui corpi plestinesi mossa dal Ministro della Sanità Palestinese.
Recentemente Euro-Mediterranean Human Rights Monitor (organizzazione indipendente per la protezione dei diritti umani) ha anche accusato Israele di trattenere i resti di decine di palestinesi uccisi durante l’operazione militare a Gaza dal 7 ottobre, sebbene alcuni siano stati consegnati al Comitato internazionale della Croce Rossa.
Questa è considerata da alcuni una pratica punitiva per negare alle famiglie la possibilità di seppellire i propri cari.
Secondo Euro-Med Monitor, Israele ha una lunga storia di detenzione di corpi di palestinesi morti: Israele conserverebbe i corpi dei palestinesi in quelle che definisce “tombe dei combattenti nemici“, ovvero fosse comuni occulte situate in luoghi particolari, come le zone militari chiuse, dove vengono effettuate sepolture e inumazioni in segreto. I resti o i corpi dei morti sono contrassegnati solo da placche metalliche.
Secondo un precedente rapporto di Euro-Med Monitor, le autorità israeliane hanno tenuto i cadaveri dei palestinesi a temperature sotto zero – a volte inferiori ai 40 gradi Celsius – per assicurarsi che rimanessero intatti e per nascondere eventualmente il furto di organi.
Dopo le inchieste e le indiscrezione degli ultimi decenni, Israele ha recentemente ufficializzato la legalità di trattenere i corpi dei palestinesi morti e rubare i loro organi. Lo ha fatto prima con una sentenza della Corte Suprema israeliana del 2019, che permette ai governanti militari di seppellire temporaneamente i corpi in quello che è noto come “Cimitero dei Numeri“, poi, alla fine del 2021, la Knesset israeliana ha legiferato consentendo all’esercito e alla polizia di conservare i corpi dei palestinesi morti senza particolari motivazioni.
Nel libro “Over their dead bodies” si parla anche di come corpi o parte di corpi palestinesi vengano utilizzati anche nelle scuole mediche o per finalità di ricerca scientifica, sempre, ovviamente, senza il consenso pregresso del defunto o della famiglia
Proprio in questi giorni di inasprimento dei bombardamenti nel sud della striscia, ad 80 giorni passati dall’inizio di questo nuovo capitolo della Catastrofe, l’IDF avrebbe riconsegnato al Ministero della Sanità palestinese, secondo Anadolu Angency, 80 corpi di palestinesi uccisi nelle ultime settimane, mutilati e con segni di interventi per furto di organi. L’intervista raccolta è di Marwan al Hams, direttore dell’ospedale Mohammed Yousef El-Najar a Rafah.
È stata richiesta una (ulteriore) indagine indipendente al riguardo.
Chissà se Israele negherà anche questa indagine nascondendosi ancora dietro la scusa dell’antisemitismo.
Sitografia – fonti
https://www.timesofisrael.com/pa-claims-israel-harvesting-organs-of-dead-palestinians/
controversy#:~:text=The%20article%20revealed%20that%20Israeli,and%20labelled%20it%20anti%2DSemitic
https://www.theguardian.com/world/2009/dec/21/israeli-pathologists-harvested-organs