Maxiemendamento e medicina generale: una manovra tutta italiana.

L’ennesima pezza che vanifica la formazione e non risolve il problema della carenza dei medici di medicina generale.

 

Il giorno 16/11/2017 abbiamo preso visione del testo del maxiemendamento in discussione alla camera prevista per il 2 dicembre prossimo, sul disegno di legge di bilancio 2018, cercando l’emendamento richiesto dalla Conferenza Stato Regioni per l’aumento delle borse di specializzazione in area sanitaria; abbiamo invece trovato una SORPRESA! Nel testo del maxiemendamento ci siamo imbattuti nel “16.0.1 – Art. 16-bis al Disegno di Legge 2942” che chiede di consentire ai medici iscritti a Medicina e Chirurgia prima del 31 dicembre 1991 e abilitati dopo il 31 dicembre 1994 di accedere direttamente alle graduatorie per l’attività di Medico di Medicina Generale, senza frequentare il Corso di Formazione Specifico, basta che abbiano una qualsiasi specializzazione. Avranno inoltre la possibilità di iscriversi in soprannumero al CFSMG senza dover svolgere il test di ammissione, senza borsa di studio e con la possibilità di svolgere la libera professione.

Di fronte a questa proposta siamo più che mai sconcertati. In sordina si sta verificando l’ennesimo tentativo di precarizzazione dei giovani medici, dei giovani diplomati al CFSMG e di tutti i medici che stanno per intraprendere la formazione.

Di fronte all’emergenza organica acclarata da tutti i sindacati per il 2021, che intaccherà principalmente la medicina generale, si vuol decidere ancora una volta di non investire sulla formazione, ma di usare il metodo della sanatoria, tipico strumento emergenziale in assenza di una qualunque programmazione.  La diretta conseguenza di questa scelta, sarà la formazione di graduatorie regionali, riempite anche da medici che non hanno la formazione specifica, rendendo così le convenzioni sempre più un miraggio per i tanti colleghi che hanno scelto di formarsi nella medicina generale e su questo hanno costruito la loro professionalità e professione.

Questo tentativo all’italiana di non voler arrivare alla radice del problema, evidenzia ancora una volta la ristrettezza culturale con cui il legislatore intende la medicina generale, una professione che per normativa europea richiede una formazione specifica.

In italia il pensiero prevalente è che basta una laurea per diventare MMG e una qualsiasi specializzazione, tralasciando che il medico di medicina generale ha delle specifiche competenze, delle peculiarità e ha costruito la propria professione specificatamente sul territorio con tutte le caratteristiche, sia  sanitarie sia sociali, che lo contraddistinguono.

La medicina del territorio è un presidio fondamentale, che deve essere tutelato con personale qualificato, che incide fortemente sulla spesa pubblica e sull’accessibilità alle cure.

Veniamo a conoscenza in data odierna 17/11/2017 che tale emendamento è stato precluso; rimaniamo comunque sconvolti da questo malsano tentativo e pertanto resteremo vigili affinché certe manovre non si ripresentino in sordina.

Ci rimane un’unica perplessità in merito al ruolo dei sindacati di categoria che di fronte ad un tale tentativo avrebbero dovuto emergere con forza e tempestività per la tutela della medicina generale e dei giovani membri di questa categoria, ma così non ci è sembrato.

Restiamo vigili e fermi sul fatto che l’emergenza non si risolve con un emendamento-toppa, ma investendo immediatamente sulla formazione in medicina generale.

Il Coordinamento ChiSiCuraDiTe?

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