“Gli specializzandi ci hanno messo in difficoltà perchè hanno trovato dei momenti di contatti che hanno permesso la trasmissione del virus”
Queste sono le gravissime affermazioni di Daniele Donato, Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Padova, secondo cui la vita sociale delle specializzande e degli specializzandi sarebbe causa di infezioni e, di conseguenza, delle difficoltà che gli ospedali stanno incontrando nella gestione della pandemia che stiamo vivendo. Non il continuo definanziamento della sanità pubblica, non la privatizzazione, non il blocco delle assunzioni del personale, non la carenza di DPI.
Noi medici in formazione specialistica siamo professioniste e professionisti della salute. Quotidianamente mettiamo a disposizione le nostre conoscenze, le nostre competenze, il nostro essere, prima di tutto, medici per garantire a chiunque l’accesso alle cure, la qualità delle stesse e spesso sosteniamo gran parte del lavoro necessario a portare avanti interi reparti, sia in condizioni ordinarie e in maggior misura in corso dell’attuale emergenza.
Nonostante ciò troppo spesso non vediamo riconosciuto il nostro ruolo nel Servizio Sanitario Nazionale. Anzi, in queste ultime settimane siamo spettatori di quanto il nostro impegno sia costantemente denigrato e svilito da parte di Regioni e aziende ospedaliere.
È inaccettabile in un momento simile voler scaricare le responsabilità di interi blocchi della dirigenza sanitaria e politica del paese sulla proverbiale ultima ruota del carro. Fin dall’inizio dell’emergenza ci siamo trovati a dover lavorare senza linee guida chiare, spesso in mancanza dei dispositivi di protezione individuali idonei, senza adeguato addestramento nel loro utilizzo, abbiamo visto in molti casi stravolgere se non annullare l’attività formativa a cui avremmo diritto, pur continuando a pagare per la stessa, spesso siamo stati lasciati a casa, e infine, ciliegina sulla torta, ci vediamo accusare di essere noi i pericolosi untori responsabili di questa pandemia per via della nostra “vita sociale”.
Invitiamo il Direttore Sanitario dell’A.O. Padova a visitare i reparti, le sale chirurgiche, i servizi dove svolgiamo il nostro lavoro e a verificare la veridicità delle proprie gravissime. Chiediamo, inoltre, con fermezza una presa di posizione da parte delle Università di Padova cui siamo iscritti, ma anche della Regione, responsabile della Sanità, che ristabilisca la verità in questa pessima storia. Chiediamo di essere considerati a tutti gli effetti lavoratori e lavoratrici del SSN e il rispetto del nostro lavoro. Siamo medici, non untori!
Chi Si Cura Di Te? – Padova