Ogni anno i giovani medici di Italia sono chiamati a dimostrare la loro valenza per l’accesso alla formazione specialistica in uno dei concorsi più discussi degli ultimi anni. Abbiamo deciso di scrivere due righe di analisi dei quattro giorni di fuoco della terza settimana di Luglio volontariamente con una certa latenza, in quanto non perseguiamo l’obiettivo di porci come paladini di una causa, ma quanto, piuttosto, il desiderio di sviluppare un ragionamento comune.
Come lo scorso anno le aspettative di domande impostate sulla clinica, come citato dal bando, sono state disattese e la preclinica ha dominato in primis nella prova generale, dove, se di clinica si parlava, il livello della domanda era a livelli talmente banali che anche una matricola al primo anno avrebbe saputo rispondere correttamente. In tal senso la mancanza di una bibliografia ufficiale continua a rendere il concorso un guazzabuglio di studio casuale su testi e appunti dei 6 anni del tutto soggettivo del candidato causando così, a nostro parere, differenza e non parità tra i candidati. Questo anche perchè rimane tutto alle scelte svolte dal candidato durante l’anno: lavoro per mantenermi? Studio tutti i testi che conosco? Frequento il reparto che mi piace ed imparo la clinica?
Non possiamo, inoltre, che notare ancora una volta come meriti una nota negativa il meccanismo delle graduatorie assolutamente capestro, sia per il limite delle scelte che porta inevitabilmente a distorsioni, per cui ormai è una caccia alla borsa più che una volontà di specializzarsi in un ambito specifico, sia per la chiusura delle graduatorie con limite netto che lascia inevitabilmente posti scoperti togliendo la possibilità a molti (circa 130 lo scorso anno) di completare la propria formazione. Contratti specialistici di cui non è, peraltro, chiaro il riutilizzo in termini economici.
Il punto più critico e più criticato risulta senza dubbio la logistica delle giornate di svolgimento delle prove che ha visto moltissime sedi e condizioni quanto mai dissimili da una location all’altra.
Ribadiamo, poi, ancora una volta come i contratti di specialistica risultino insufficienti a coprire non solo la richiesta dei singoli medici che rimangono pertanto nel limbo dei camici grigi, ma degli stessi territori sempre più carenti di medici specialisti e generici (ricordiamo che fino al 2029 è prevista un pensionamento di medici annuale superiore alla 9000 unità, fonte la stessa FNOeMCeO) con, in totale, almeno un 50% di esclusi.
L’organizzazione pre-concorso vince l’unico commento positivo, con l’ausilio del portale universitaly, infatti, è ormai rodata la procedura che risulta, di anno in anno, semplice e standardizzata.
Ogni anno, ormai, vediamo un fortissimo senso di ingiustizia scuotere gli animi a partire dall’esecuzione del test fino alle graduatorie. Questo comporta da parte di migliaia di colleghi la creazione di nuovi gruppi di rappresentanza tramite facebook, creazione di petizioni e urla di indignazione. Indignazione che scema lentamente fino ad estinguersi all’uscita delle graduatorie, ogni anno, per scaldarsi come brace ravvivata al maggio successivo. Il concorso c’è, è perfettibile, ma riteniamo che solo con una lotta comune e, soprattutto, costante possa essere migliorato. Solo chiedendo tutti insieme ed a gran voce i cambiamenti questi potranno, forse, essere ottenuti. Il lavoro, però, non deve essere svolto a maggio ed a bando già scritto, ma a partire dal primo di settembre. Questo non vuol essere solo un invito all’azione comune da parte di tutti, ma un invito a non cedere alla facile guerra tra poveri che un concorso creato, apparentemente, per soddisfare gli animi dei giovani medici ha causato negli ultimi anni. Questo è ciò a cui noi auspichiamo.
Diteci la vostra, noi, come sempre, la ascolteremo.
I promotori della campagna Chi Si Cura di TE.
