A qualche giorno dall’uscita della prima bozza di Legge di Bilancio è necessario comprendere in che modo le cifre contenute nel testo della Legge agiranno sulla condizione della formazione medica e del Servizio Sanitario Nazionale.
Partendo dalle Borse di specializzazione, si prevede uno stanziamento di 22,5 milioni per il 2019, di 45 milioni nel 2020 e di 68 milioni nel 2021, da aggiungere ai fondi messi a disposizione dalle precedenti leggi di stabilità.
Questo significa che per i prossimi quattro anni, il Governo decide di finanziare circa 850 borse in più rispetto alle circa 6900 (di cui 734 finanziate da regioni e altri enti) già presenti nel 2018. Se questi dati mostrano come le assemblee di questi mesi, le mobilitazioni, le richieste portate avanti da studenti, abilitati e specializzandi abbiano posto il tema della formazione medica all’interno del Paese, evidentemente restano criticità rispetto agli investimenti di questo governo sulla formazione e sulla salute dei cittadini.
Partiamo dalla considerazione che ripetiamo ormai da anni, secondo la quale il numero di Borse non si può in alcun modo separare dal fabbisogno di medici espresso dalle regioni in Conferenza Stato-Regioni. Il numero annuale di medici richiesto in quella sede è superiore agli 8000. Ma dobbiamo considerare anche che il SSN vive in una condizione di crisi ormai conclamata e sotto gli occhi di tutti, con una drammatica carenza di strutture che garantiscano un diritto universale e inalienabile: se si vuole realmente investire in salute, il fabbisogno dovrebbe aumentare esponenzialmente e non essere calcolato solo in base ai pensionamenti, ma partendo invece dalla volontà politica di una spinta espansiva che inverta radicalmente la tendenza. In sostanza, i medici annualmente richiesti dovrebbero essere molti più di 8000.
Non possiamo quindi non denunciare, nuovamente e fino alla nausea, il fatto che, con questi finanziamenti, non si arrivi al numero di Borse richiesto dalle regioni, né ad una vera e propria soluzione dell’imbuto formativo, tralasciando quello che realmente servirebbe per un Ssn capace di garantire a tutti cure di qualità.
Oltre a questo si aggiunge una totale assenza di finanziamenti rispetto all’assunzione di organico, lasciando che il blocco del turn over continui a rendere gli ospedali sempre più in difficoltà a causa della carenza strutturale di organico.
Da un Governo e da un Ministero che in questi mesi hanno fatto promesse tali da far sperare nell’arrivo di una rivoluzione, ci aspettavamo qualcosa di diverso, a partire da un finanziamento di gran lunga maggiore sulle Borse di Specializzazione.
Il Governo deve necessariamente confrontarsi con quelle centinaia di studenti, specializzandi, abilitati che hanno guardato con attenzione alle dichiarazione provenienti dal Ministero della Salute, durante l’assemblea del 9 novembre a Roma.
È necessario non solo un confronto condiviso e partecipato, ma anche che questi finanziamenti vengano aumentati e, soprattutto, che non avvenga ciò che è già successo in passato: che nelle discussioni parlamentari sulla Legge di Bilancio la formazione e la salute siano capitoli su cui si possono fare passi indietro, tagliare ulteriori risorse per via di una presunta coperta corta, perchè ancora troppi bisogna farne in avanti per il benessere sociale del paese e dei suoi abitanti.